Pagine

venerdì 6 aprile 2012

- Milan, Barcellona e una strana idea dei rigori

da Corriere.it

La rabbia dei rossoneri nel post Camp nou e le amnesie
sui penalty non concessi ai blaugrana a San Siro


Ci sono tante ragioni per le quali il calcio italiano è rimasto fuori dalle prime quattro d'Europa per il secondo anno consecutivo. E sono ragioni che conosciamo tutti a memoria e che citiamo spesso (bilanci disastrosi, strutture proprietarie inadeguate, impianti vecchi, scarso investimento sui vivai), ma ce n'è una che citiamo molto meno e che forse sarebbe invece il caso di tornare a considerare un po' di più: la cultura sportiva.



È infatti abbastanza impressionante l'uniformità di pensiero che ha raccontato e accompagnato l'eliminazione del Milan in Champions League a opera del Barcellona, per spiegare la quale quasi tutti hanno affibbiato una rilevante dose di colpa all'arbitro olandese Kuipers per il secondo rigore concesso ai blaugrana. Lo stesso Adriano Galliani, secondo quanto riporta Alessandra Bocci sulla Gazzetta dello Sport, ha espresso la convinzione che quel rigore «non c'era» e che, con una diversa decisione «non lo so come va a finire. Intanto noi andiamo al riposo sull'1-1 e magari la partita tecnicamente cambia. Mancavano tre minuti, saremmo arrivati alla fine del primo tempo da qualificati».
Il che è ineccepibile, tranne che per un fatto: che il fallo di Nesta su Busquets è un fallo da rigore. O perlomeno, lo è ovunque nel mondo tranne che in Italia, come ha spiegato Paolo Casarin sul Corriere della Sera di mercoledì 4 aprile (non avendo nulla da obiettare al fatto che l'arbitro giudichi «veniale» il blocco di Puyol). Chi ha un po' di memoria storica, ricorderà che al Mondiale nippocoreano del 2002, contro l'Italia fu fischiato un rigore contro gli azzurri per una trattenuta in area di Panucci su Seol che lasciò esterrefatti i difensori italiani. Ma fu una delle poche decisioni ineccepibili dell'arbitro Moreno. Noi in Italia commentammo con la classica frase per la quale «se si fischia ogni trattenuta ci sarebbero 15 rigori a ogni partita». E siccome questo non succede, dieci anni dopo accadono gli episodi come quello di Nesta su Busquets.

Ma facciamo anche finta che quello non fosse rigore, il che significa che decidiamo di valutare l'esito del quarto di finale tra Milan e Barcellona basandoci sugli episodi. Allora, però, li si deve considerare tutti. Nel gioco dei se e dei ma, quindi, devono rientrare almeno altre tre decisioni: per esempio quelle relative ai due rigori per il Barcellona (su Sanchez e Messi) non assegnati a San Siro. Come sarebbe andata, al Camp Nou, se il Barcellona fosse partito in vantaggio 2-0? E come sarebbe continuata se l'arbitro avesse considerato da espulsione (per chiara occasione da gol) l'intervento di Antonini sempre su Messi, da cui è scaturito il primo penalty della gara di ritorno? Tutte domande che in Italia non si fa quasi nessuno. E che forse aiuterebbero il nostro calcio a fare qualche passo in avanti.

Nessun commento:

Posta un commento

News