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venerdì 7 giugno 2013

- Lo Zar di Milano: Andriy Shevchenko


A circa otto mesi dall’annuncio del suo ritiro, a quella che è una leggenda del calcio nella sua nazione e nei suoi anni rossoneri, con questo articolo celebro oggi lo “Zar”: Andriy Shevchenko.
Nato a Dvirkivscyna 36 anni fa, considerato uno degli attaccanti più forti della storia, per tecnica, forza e facilità di andare a segno. Detiene il record di calciatore ucraino con più gol nella sua nazionale, e secondo per numero di presenze.
Diviene celebre grazie alla sua storia milanista, dove mise piede dopo la sua esperienza nellaDinamo Kiev nell’estate del 1999 a 23 anni non ancora compiuti per una cifra di circa 20 milioni di euro, dove resterà fino al 2006 anno in cui partirà alla volta di Londra per giocare nelChelsea. Tornò al Milan nel 2008, in prestito per poi ritornare al Chelsea e alla Dinamo Kiev dove deciderà nel luglio 2012 di appendere le scarpette al chiodo.
La carriera rossonera di Shevchenko, come detto, cominciò nel 1999, la stagione successiva della vittoria del 16° scudetto del Milan, quello di Zaccheroni alla guida della panchina. L’esordio col Milan avviene il 21 agosto dello stesso anno nella Supercoppa Italiana contro il Parma (1-2), mentre in Serie A, il 28 agosto a Lecce, partita in cui segnò anche il suo primo gol con la maglia rossonera.
Il primo anno al Milan fu un anno davvero positivo. 32 partite giocate, 24 gol messi a segno e titolo di capocannoniere già alla sua prima stagione Italiana, successo solo a Michel Platini.
Il denaro speso nell’estate risulta davvero ben investito a detta di tifosi, società e media.
Ma il bello deve ancora venire …
Nel biennio 2000-01 e 2001-02, Sheva, come viene chiamato comunemente, segna in totale 51 gol in 89 presenze (0,57 gol di media a partita, ndr). Biennio che, il Milan, non sfrutta a dovere. La squadra di Via Turati, infatti non vince alcun trofeo in questo periodo.
Anno magico, invece, fu quello della stagione 2002-03.
Inizialmente cominciato malissimo, Shevchenko si infortunò quell’anno al menisco nei preliminari di Champions League contro lo Slovan Liberec. Fu un anno di magra in Serie A per Sheva (5 gol in 24 presenze), ma di consacrazione internazionale.
Il Milan vince nella finale dell’Old Trafford di Manchester, la sesta Champions League della sua storia ai danni della Juventus. Partita indimenticabile non solo per i tifosi rossoneri ma anche per tutti gli appassionati di calcio, italiani e non. Partita giocata sul filo del rasoio per 120 minuti, sempre sullo 0 a 0.
Si decise tutto ai rigori. Quello decisivo, lo batté lui, Shevchenko. Buffon da una parte e palla dall’altra. Campioni d’Europa. Rimarrà incondizionatamente lui il simbolo di quella finale.
Tre giorni dopo, un’altra finale, quella di Coppa Italia contro la Roma. Trofeo mai vinto fino ad allora dalla gestione Berlusconi. Ma non finisce qui. La vittoria di Manchester dona al Milan il Ticket per la sfida di Supercoppa Europea, quell’anno giocata contro il Porto di Mourinho, neo-vincitore della Coppa Uefa e prossimo vincitore della Champions League, quella del 2004. Anche a Montecarlo, contro i portoghesi, Shevchenko fu decisivo. Un suo gol di testa mise il punteggio sull’ 1 a 0, rimanendo tale fino al termine del match. 3 trofei in quattro mesi nel 2003, il più glorioso anno della carriera di Shevchenko.
Ma un’altra stagione sta cominciando, è la stagione 2003-04.
Il Milan è Campione d’Europa in carica ed in Champions gli uomini di Ancelotti si vedono eliminati dal rocambolesco turno contro il Deportivo La Coruna. All’andata finita 4 a 1 per il Milan, nel ritorno di La Coruna incredibile rimonta per 4 a 0. La soddisfazione di quell’anno resta di certo la vittoria dello scudetto, il 17° titolo per il Milan, il primo per lo Sheva rossonero. Andriy finirà la stagione in campionato con 24 gol e il titolo di capocannoniere, il secondo per lui.
Nell’agosto di quell’anno arrivò un altro trofeo, la Supercoppa Italiana, protagonista ovviamente fu lui, lo Zar. Un 3 a 0 alla Lazio, tutto firmato Sheva, che con la sua triplettailluminò San Siro.
Quello che resta di quella stagione insieme alla precedente, rese Shevchenko il calciatore più forte al Mondo in quell’anno. A lui, venne assegnato da France Football, il Pallone d’Oro 2004. Nello stesso anno venne inserito da Pelè nella lista dei 125 calciatori più forti della storia, e cosa ancor più motivo d’orgoglio per lui, sempre nel 2004 venne nominato dal Presidente della sua nazione, Eroe d’Ucraina, la più alta onorificenza del Paese.
Le stagioni successive, quella 2004-05 e 2005-06 non furono tra le più fortunate.
Quella del 2004-05 fu indubbiamente segnata dalla tragica notte di Istanbul nella finale di Champions contro il Liverpool; finale nella quale una volta giunti ai rigori dopo il 3 a 3 dei 120 minuti precedenti, Sheva si vide parare il rigore decisivo che decretò la vittoria degli inglesi.
Nell’anno seguente Shevchenko aggiunse un nuovo record della sua carriera. Riuscì insieme ad altri sette calciatori, di segnare almeno una quaterna in una singola partita di Champions, mentre nella competizione arrivò a 9 centri in totale.
In Campionato mise a segno invece 19 gol in 28 partite. Fu anche grazie a questi gol che Andriy Shevchenko arrivò al secondo posto della classifica All Time dei marcatori rossoneri, e lo è ancora oggi, dietro soltanto alla leggenda degli anni ’50 Gunnar Nordahl.
Il 12 Maggio 2006 fu un giorno cruciale per i tifosi del Milan.
Il Presidente dichiarò ai media: “Shevchenko vuole andare a giocare in Inghilterra”.
Parole che vennero confermate nella conferenza stampa indetta a Milanello dallo stesso Shevchenko nella quale dichiarò che la sua scelta era presa in concomitanza con sua moglie e che aveva scelto di andare a Londra per giocare con il Chelsea.
I tifosi rossoneri si spaccarono a metà. Chi si sentiva tradito e chi capiva il desiderio del giocatore. Fatto sta, che Shevchenko andò via da Milano lasciando dietro di se un numero di soddisfazioni tale da rendere difficile una sua degna sostituzione. Iniziò così la sua esperienza inglese.
Dopo tante voci di mercato, Shevchenko nel 2008 venne preso in prestito dal Milan dopo diversi incontri tra il presidente Berlusconi e Abramovich, patròn del Chelsea.
Sheva non trova però molto spazio in quel nuovo Milan, non più disegnato intorno a lui, ma un Milan tutto per Kakà. Non si pente di essere tornato e dichiara di voler restare anche dopo l’estate. Il Milan però non rinnova il suo prestito e Sheva torna a Londra. Non giocherà mai più per il Milan.
Andriy Shevchenko ha totalizzato, col Milan 322 presenze e 175 gol.
Il numero 7 sulle sue spalle è stato una della maggiori paure per i difensori che avevano il compito di marcarlo. Fu un attaccante moderno, dinamico e con una classe davvero rara.
Il più grande calciatore dell’est della storia del calcio. Un simbolo di questo sport nonché grande uomo.
Personalmente fu, ed è ancora, il mio più grande eroe calcistico di sempre che ho avuto la fortuna di ammirare in azione.
Andriy Shevchenko detiene un Palmares di primo livello con la maglia rossonera:
possiede tutti e tre i trofei nazionali italiani, Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, uno ciascuno.
Dal punto di vista internazionale Shevchenko ha vinto sia la Champions League che la Supercoppa Europea rispettivamente vinte nel 2003 e nel 2004.
Vanta numerosi premi individuali, primo su tutti il Pallone d’Oro. 2 volte capocannoniere della Serie A e 2 volte della Champions League.
Da amante del calcio, nonché tifoso del Milan, non posso che dire Grazie! a questo grande campione.
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Lascio per motivi familiari, ringrazio la società per tutto quello che mi ha dato e anche perché mi ha ascoltato e ha valutato la mia volontà di trasferimento. Sento il dispiacere dei tifosi nei messaggi che mi mandano. Non c’è un problema di rapporti e men che meno un problema economico.”

di Pietro L. Riillo @pietroriillo