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lunedì 20 maggio 2013

- Un idolo chiamato Filippo Inzaghi


Undici mesi fa lasciava il calcio giocato uno dei più grandi attaccanti italiani di sempre. Grande uomo fuori e dentro il terreno di gioco. Simbolo, bandiera, idolo e grande esempio. Filippo Inzaghi.

Il numero 9 che dal 2001 al 2012 ha sempre onorato e dato il massimo per i nostri colori. Ci ha regalato emozioni uniche e insieme a lui, ci siamo tolti davvero tante soddisfazioni. Tra pochi mesi compierà 40 anni, tutti all’insegna del calcio.

2001-2002
Arrivato al Milan per una cifra di tutto rispetto, 70 miliardi di lire (circa 35 milioni di euro, ndr) più il cartellino di Cristian Zenoni, esordì già alla prima giornata nella sfida di Brescia del 26 agosto 2001. Segnerà il suo primo gol con la maglia rossonera nella sfida successiva contro la Fiorentina, partita poi finita 5-2. Fu una stagione alquanto travagliata la prima di Inzaghi al Milan. Si infortunò al collegamento collaterale mediale del ginocchio sinistro in una sfida di dicembre contro il Chievo. Fu questa la causa degli alti e bassi che accompagnarono la stagione dell’attaccante, che comunque, finì con un bottino di 10 reti, tutte fondamentali per la rincorsa ad una posizione che garantisse la qualificazione alla Champions League dell’anno successivo.

2002-2003
Se la prima fu una stagione difficile per Inzaghi, quella seguente fu esattamente l’opposto. L’attaccante di Piacenza fu uno dei grandi protagonisti della vittoria della Champions League 2003, quella della Finale contro la Juventus a Manchester, segnando un totale di 12 gol nella competizione. Sceso 30 volte in campo in campionato, segnò 17 volte ed anche in Coppa Italia, nell’anno della vittoria del trofeo, mise a segno un gol nella finale di ritorno contro la Roma. Il bottino totale della stagione fu di 30 gol.

Il 2003-2004 e il 2004-2005 furono stagioni delicate per Inzaghi, stagioni che avrebbero potuto incidere anche psicologicamente su quello che sarebbe stato il suo futuro di calciatore. Si infortunò alla schiena, al ginocchio e al gomito, nonchè alla caviglia. Infortuni che causarono la perdita di tante occasioni per giocare e dando la possibilità di scendere in campo 43 volte in due anni e segnando appena 8 gol.

Nel 2005-2006 dopo essere riuscito a reccuperare dagli infortuni patiti, Inzaghi potè giocare un’ottimo finale di stagione, mettendo a segno 12 gol in campionato e 4 in Champions League. Le sue ottime prestazioni, gli valsero la chiamata in nazionale da parte di Marcello Lippi, per quello che fu l’anno della Coppa del Mondo che torna in Italia. Inzaghi, pur giocando solo 33 minuti nella competizione, riuscì a segnare un gol, contro la Repubblica Ceca.

2006-2007,che stagione! Ho pensato molte volte che senza di lui quella stagione non sarebbe stata la stessa. Quella in questione fu una di quelle stagioni che non si dimenticano facilmente. Già nell’estate con la partenza di Shevchenko il morale di molti tifosi era sceso sotto i tacchi, ma grazie al Milan e ad Inzaghi, la gioia fu l’unico sentimento che si possa ricordare di quell’anno. Il Milan divenne Campione d’Europa per la settima volta nella sua storia, nella “rivincita” di Atene contro il Liverpool. Inzaghi in quella partita non si limitò a esserci, ma realizzò anche una doppietta. Una notte e alcune emozioni che pochi uomini possono dichiarare di aver vissuto. Filippo è uno di quelli.
Grazie alla vittoria della Champions, il Milan poté disputare la finale di Supercoppa Europea a Montecarlo, contro il Siviglia, nella quale segnò ancora lui uno dei 3 gol messi a segno dal Milan nel match.

Il 16 dicembre 2007 mette a segno una doppietta nella finale di Coppa del Mondo per Club contro gli argentini del Boca Juniors. Il Milan torna così sul tetto del Mondo!
Nello stesso anno, Inzaghi, dopo essere stato fuori per circa un mese, torna ad aprile a giocare, segnando 10 gol in 7 partite da lì alla fine dalla stagione 2007-2008. Stagione che lo vide arrivare a quota 100 gol con il Milan.

Seppur non più un ragazzino, Filipp Inzaghi ha dimostrato una passione per il gol fuori dal comune. Ogni gol, contro qualsiasi avversario, che sia il Real Madrid o una piccola d’Italia, la gioia di aver segnato non ha mai abbandonato l’attaccante.

Inzaghi detiene molti record personali.
Ha segnato in tutte le competizioni nella quale abbia giocato. Ha suparato quota 70 gol nelle cometizioni UEFA; ha superato Van Basten nella classifica dei marcatori rossoneri; ha segnato oltre 300 gol in carriera, oltre 150 solo in Serie A.

Filippo Inzaghi gioca la sua ultima partita rossonera contro il Novara, il 13 maggio 2012 a San Siro, dove per la gioia dei tifosi segna anche un gol, l’ultimo. Nota personale è che in quella partita, nella quale entrò come sostituto, desiderai tanto di vedere quel numero 9 esultare per l’ultima volta.
L’ 11 maggio 2012, due giorni prima quell’incontro, infatti, Inzaghi comunicò ufficialmente che quella del 2011-2012 sarà la sua ultima stagione da calciatore del Milan, nonché della sua intera carriera.

Furono 11 gli anni rossoneri della carriera per lui, i più gloriosi e significativi a livello personale ed internazionale. Non ci sono molti aggettivi per descrivere un campione del suo calibro, ma credo ce ne sia uno che si avvicina molto a quello che è realmente: immortale!

Filippo Inzaghi ha vinto tutto quello che c’era da vincere da calciatore. Nel Milan, la sua bacheca è di 2 scudetti, 1 coppa italia, 2 supercoppe italiane, 2 Champions League, 2 Supercoppe Europee, 1 Coppa del Mondo per Club. Segnò in totale ben 126 gol in 300 presenze.

Oggi, è l’allenatore degli Allievi Nazionali del Milan dove sta avendo grandi risultati, per un futuro che lo vedrà quasi certamente protagonista anche dalla panchina.

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“Non è Inzaghi innamorato del gol, è il gol innamorato di Inzaghi” – Emiliano Mondonico

Pietro L. Riillo