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venerdì 5 luglio 2013

- Mercato Milan. Astori farebbe al caso di Allegri.



Ovviamente, ogni qual volta si parla del mercato del Milan, non si può che non pensare ad Adriano Galliani. A volte si ha come l'impressione che Massimiliano Allegri non abbia alcun diritto di dire la sua a proposito del mercato rossonero.
Questo non vuol dire che il mercato non sia fatto in modo giusto dall'AD rossonero, anzi, credo che nel suo ruolo, nessuno possa essere minimamente paragonato ad Adriano Galliani, che personalmente, lo reputo il miglior dirigente al mondo.
Ma torniamo sul "caso" Mercato Milan.
Come anticipato dal titolo, la domanda è: chi può far al caso del mister?
Nel suo privato, Allegri ha già una risposta. Davide Astori.
Pupillo allegriano dai tempi del Cagliari, Astori è tra i più interessanti e di prospettiva dell'intero panorama calcistico italiano.
Ed è lì, in difesa, che c'è più bisogno di ritocchi.
Tutti a parlare di Honda, quando la priorità è un'altra assolutamente.
Dato che l'affare Ogbonna sembra destinato a non andare mai oltre le sole voci, quello di Astori deve essere il colpo del mercato per la difesa. C'è un bisogno enorme di un elemento che possa diventare titolare fisso della nostra difesa che, diciamoci la verità, non è all'altezza di tre competizioni come La Serie A, la Champions e la Coppa Italia


@pietroriillo

venerdì 7 giugno 2013

- Lo Zar di Milano: Andriy Shevchenko


A circa otto mesi dall’annuncio del suo ritiro, a quella che è una leggenda del calcio nella sua nazione e nei suoi anni rossoneri, con questo articolo celebro oggi lo “Zar”: Andriy Shevchenko.
Nato a Dvirkivscyna 36 anni fa, considerato uno degli attaccanti più forti della storia, per tecnica, forza e facilità di andare a segno. Detiene il record di calciatore ucraino con più gol nella sua nazionale, e secondo per numero di presenze.
Diviene celebre grazie alla sua storia milanista, dove mise piede dopo la sua esperienza nellaDinamo Kiev nell’estate del 1999 a 23 anni non ancora compiuti per una cifra di circa 20 milioni di euro, dove resterà fino al 2006 anno in cui partirà alla volta di Londra per giocare nelChelsea. Tornò al Milan nel 2008, in prestito per poi ritornare al Chelsea e alla Dinamo Kiev dove deciderà nel luglio 2012 di appendere le scarpette al chiodo.
La carriera rossonera di Shevchenko, come detto, cominciò nel 1999, la stagione successiva della vittoria del 16° scudetto del Milan, quello di Zaccheroni alla guida della panchina. L’esordio col Milan avviene il 21 agosto dello stesso anno nella Supercoppa Italiana contro il Parma (1-2), mentre in Serie A, il 28 agosto a Lecce, partita in cui segnò anche il suo primo gol con la maglia rossonera.
Il primo anno al Milan fu un anno davvero positivo. 32 partite giocate, 24 gol messi a segno e titolo di capocannoniere già alla sua prima stagione Italiana, successo solo a Michel Platini.
Il denaro speso nell’estate risulta davvero ben investito a detta di tifosi, società e media.
Ma il bello deve ancora venire …
Nel biennio 2000-01 e 2001-02, Sheva, come viene chiamato comunemente, segna in totale 51 gol in 89 presenze (0,57 gol di media a partita, ndr). Biennio che, il Milan, non sfrutta a dovere. La squadra di Via Turati, infatti non vince alcun trofeo in questo periodo.
Anno magico, invece, fu quello della stagione 2002-03.
Inizialmente cominciato malissimo, Shevchenko si infortunò quell’anno al menisco nei preliminari di Champions League contro lo Slovan Liberec. Fu un anno di magra in Serie A per Sheva (5 gol in 24 presenze), ma di consacrazione internazionale.
Il Milan vince nella finale dell’Old Trafford di Manchester, la sesta Champions League della sua storia ai danni della Juventus. Partita indimenticabile non solo per i tifosi rossoneri ma anche per tutti gli appassionati di calcio, italiani e non. Partita giocata sul filo del rasoio per 120 minuti, sempre sullo 0 a 0.
Si decise tutto ai rigori. Quello decisivo, lo batté lui, Shevchenko. Buffon da una parte e palla dall’altra. Campioni d’Europa. Rimarrà incondizionatamente lui il simbolo di quella finale.
Tre giorni dopo, un’altra finale, quella di Coppa Italia contro la Roma. Trofeo mai vinto fino ad allora dalla gestione Berlusconi. Ma non finisce qui. La vittoria di Manchester dona al Milan il Ticket per la sfida di Supercoppa Europea, quell’anno giocata contro il Porto di Mourinho, neo-vincitore della Coppa Uefa e prossimo vincitore della Champions League, quella del 2004. Anche a Montecarlo, contro i portoghesi, Shevchenko fu decisivo. Un suo gol di testa mise il punteggio sull’ 1 a 0, rimanendo tale fino al termine del match. 3 trofei in quattro mesi nel 2003, il più glorioso anno della carriera di Shevchenko.
Ma un’altra stagione sta cominciando, è la stagione 2003-04.
Il Milan è Campione d’Europa in carica ed in Champions gli uomini di Ancelotti si vedono eliminati dal rocambolesco turno contro il Deportivo La Coruna. All’andata finita 4 a 1 per il Milan, nel ritorno di La Coruna incredibile rimonta per 4 a 0. La soddisfazione di quell’anno resta di certo la vittoria dello scudetto, il 17° titolo per il Milan, il primo per lo Sheva rossonero. Andriy finirà la stagione in campionato con 24 gol e il titolo di capocannoniere, il secondo per lui.
Nell’agosto di quell’anno arrivò un altro trofeo, la Supercoppa Italiana, protagonista ovviamente fu lui, lo Zar. Un 3 a 0 alla Lazio, tutto firmato Sheva, che con la sua triplettailluminò San Siro.
Quello che resta di quella stagione insieme alla precedente, rese Shevchenko il calciatore più forte al Mondo in quell’anno. A lui, venne assegnato da France Football, il Pallone d’Oro 2004. Nello stesso anno venne inserito da Pelè nella lista dei 125 calciatori più forti della storia, e cosa ancor più motivo d’orgoglio per lui, sempre nel 2004 venne nominato dal Presidente della sua nazione, Eroe d’Ucraina, la più alta onorificenza del Paese.
Le stagioni successive, quella 2004-05 e 2005-06 non furono tra le più fortunate.
Quella del 2004-05 fu indubbiamente segnata dalla tragica notte di Istanbul nella finale di Champions contro il Liverpool; finale nella quale una volta giunti ai rigori dopo il 3 a 3 dei 120 minuti precedenti, Sheva si vide parare il rigore decisivo che decretò la vittoria degli inglesi.
Nell’anno seguente Shevchenko aggiunse un nuovo record della sua carriera. Riuscì insieme ad altri sette calciatori, di segnare almeno una quaterna in una singola partita di Champions, mentre nella competizione arrivò a 9 centri in totale.
In Campionato mise a segno invece 19 gol in 28 partite. Fu anche grazie a questi gol che Andriy Shevchenko arrivò al secondo posto della classifica All Time dei marcatori rossoneri, e lo è ancora oggi, dietro soltanto alla leggenda degli anni ’50 Gunnar Nordahl.
Il 12 Maggio 2006 fu un giorno cruciale per i tifosi del Milan.
Il Presidente dichiarò ai media: “Shevchenko vuole andare a giocare in Inghilterra”.
Parole che vennero confermate nella conferenza stampa indetta a Milanello dallo stesso Shevchenko nella quale dichiarò che la sua scelta era presa in concomitanza con sua moglie e che aveva scelto di andare a Londra per giocare con il Chelsea.
I tifosi rossoneri si spaccarono a metà. Chi si sentiva tradito e chi capiva il desiderio del giocatore. Fatto sta, che Shevchenko andò via da Milano lasciando dietro di se un numero di soddisfazioni tale da rendere difficile una sua degna sostituzione. Iniziò così la sua esperienza inglese.
Dopo tante voci di mercato, Shevchenko nel 2008 venne preso in prestito dal Milan dopo diversi incontri tra il presidente Berlusconi e Abramovich, patròn del Chelsea.
Sheva non trova però molto spazio in quel nuovo Milan, non più disegnato intorno a lui, ma un Milan tutto per Kakà. Non si pente di essere tornato e dichiara di voler restare anche dopo l’estate. Il Milan però non rinnova il suo prestito e Sheva torna a Londra. Non giocherà mai più per il Milan.
Andriy Shevchenko ha totalizzato, col Milan 322 presenze e 175 gol.
Il numero 7 sulle sue spalle è stato una della maggiori paure per i difensori che avevano il compito di marcarlo. Fu un attaccante moderno, dinamico e con una classe davvero rara.
Il più grande calciatore dell’est della storia del calcio. Un simbolo di questo sport nonché grande uomo.
Personalmente fu, ed è ancora, il mio più grande eroe calcistico di sempre che ho avuto la fortuna di ammirare in azione.
Andriy Shevchenko detiene un Palmares di primo livello con la maglia rossonera:
possiede tutti e tre i trofei nazionali italiani, Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, uno ciascuno.
Dal punto di vista internazionale Shevchenko ha vinto sia la Champions League che la Supercoppa Europea rispettivamente vinte nel 2003 e nel 2004.
Vanta numerosi premi individuali, primo su tutti il Pallone d’Oro. 2 volte capocannoniere della Serie A e 2 volte della Champions League.
Da amante del calcio, nonché tifoso del Milan, non posso che dire Grazie! a questo grande campione.
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Lascio per motivi familiari, ringrazio la società per tutto quello che mi ha dato e anche perché mi ha ascoltato e ha valutato la mia volontà di trasferimento. Sento il dispiacere dei tifosi nei messaggi che mi mandano. Non c’è un problema di rapporti e men che meno un problema economico.”

di Pietro L. Riillo @pietroriillo

lunedì 20 maggio 2013

- Un idolo chiamato Filippo Inzaghi


Undici mesi fa lasciava il calcio giocato uno dei più grandi attaccanti italiani di sempre. Grande uomo fuori e dentro il terreno di gioco. Simbolo, bandiera, idolo e grande esempio. Filippo Inzaghi.

Il numero 9 che dal 2001 al 2012 ha sempre onorato e dato il massimo per i nostri colori. Ci ha regalato emozioni uniche e insieme a lui, ci siamo tolti davvero tante soddisfazioni. Tra pochi mesi compierà 40 anni, tutti all’insegna del calcio.

2001-2002
Arrivato al Milan per una cifra di tutto rispetto, 70 miliardi di lire (circa 35 milioni di euro, ndr) più il cartellino di Cristian Zenoni, esordì già alla prima giornata nella sfida di Brescia del 26 agosto 2001. Segnerà il suo primo gol con la maglia rossonera nella sfida successiva contro la Fiorentina, partita poi finita 5-2. Fu una stagione alquanto travagliata la prima di Inzaghi al Milan. Si infortunò al collegamento collaterale mediale del ginocchio sinistro in una sfida di dicembre contro il Chievo. Fu questa la causa degli alti e bassi che accompagnarono la stagione dell’attaccante, che comunque, finì con un bottino di 10 reti, tutte fondamentali per la rincorsa ad una posizione che garantisse la qualificazione alla Champions League dell’anno successivo.

2002-2003
Se la prima fu una stagione difficile per Inzaghi, quella seguente fu esattamente l’opposto. L’attaccante di Piacenza fu uno dei grandi protagonisti della vittoria della Champions League 2003, quella della Finale contro la Juventus a Manchester, segnando un totale di 12 gol nella competizione. Sceso 30 volte in campo in campionato, segnò 17 volte ed anche in Coppa Italia, nell’anno della vittoria del trofeo, mise a segno un gol nella finale di ritorno contro la Roma. Il bottino totale della stagione fu di 30 gol.

Il 2003-2004 e il 2004-2005 furono stagioni delicate per Inzaghi, stagioni che avrebbero potuto incidere anche psicologicamente su quello che sarebbe stato il suo futuro di calciatore. Si infortunò alla schiena, al ginocchio e al gomito, nonchè alla caviglia. Infortuni che causarono la perdita di tante occasioni per giocare e dando la possibilità di scendere in campo 43 volte in due anni e segnando appena 8 gol.

Nel 2005-2006 dopo essere riuscito a reccuperare dagli infortuni patiti, Inzaghi potè giocare un’ottimo finale di stagione, mettendo a segno 12 gol in campionato e 4 in Champions League. Le sue ottime prestazioni, gli valsero la chiamata in nazionale da parte di Marcello Lippi, per quello che fu l’anno della Coppa del Mondo che torna in Italia. Inzaghi, pur giocando solo 33 minuti nella competizione, riuscì a segnare un gol, contro la Repubblica Ceca.

2006-2007,che stagione! Ho pensato molte volte che senza di lui quella stagione non sarebbe stata la stessa. Quella in questione fu una di quelle stagioni che non si dimenticano facilmente. Già nell’estate con la partenza di Shevchenko il morale di molti tifosi era sceso sotto i tacchi, ma grazie al Milan e ad Inzaghi, la gioia fu l’unico sentimento che si possa ricordare di quell’anno. Il Milan divenne Campione d’Europa per la settima volta nella sua storia, nella “rivincita” di Atene contro il Liverpool. Inzaghi in quella partita non si limitò a esserci, ma realizzò anche una doppietta. Una notte e alcune emozioni che pochi uomini possono dichiarare di aver vissuto. Filippo è uno di quelli.
Grazie alla vittoria della Champions, il Milan poté disputare la finale di Supercoppa Europea a Montecarlo, contro il Siviglia, nella quale segnò ancora lui uno dei 3 gol messi a segno dal Milan nel match.

Il 16 dicembre 2007 mette a segno una doppietta nella finale di Coppa del Mondo per Club contro gli argentini del Boca Juniors. Il Milan torna così sul tetto del Mondo!
Nello stesso anno, Inzaghi, dopo essere stato fuori per circa un mese, torna ad aprile a giocare, segnando 10 gol in 7 partite da lì alla fine dalla stagione 2007-2008. Stagione che lo vide arrivare a quota 100 gol con il Milan.

Seppur non più un ragazzino, Filipp Inzaghi ha dimostrato una passione per il gol fuori dal comune. Ogni gol, contro qualsiasi avversario, che sia il Real Madrid o una piccola d’Italia, la gioia di aver segnato non ha mai abbandonato l’attaccante.

Inzaghi detiene molti record personali.
Ha segnato in tutte le competizioni nella quale abbia giocato. Ha suparato quota 70 gol nelle cometizioni UEFA; ha superato Van Basten nella classifica dei marcatori rossoneri; ha segnato oltre 300 gol in carriera, oltre 150 solo in Serie A.

Filippo Inzaghi gioca la sua ultima partita rossonera contro il Novara, il 13 maggio 2012 a San Siro, dove per la gioia dei tifosi segna anche un gol, l’ultimo. Nota personale è che in quella partita, nella quale entrò come sostituto, desiderai tanto di vedere quel numero 9 esultare per l’ultima volta.
L’ 11 maggio 2012, due giorni prima quell’incontro, infatti, Inzaghi comunicò ufficialmente che quella del 2011-2012 sarà la sua ultima stagione da calciatore del Milan, nonché della sua intera carriera.

Furono 11 gli anni rossoneri della carriera per lui, i più gloriosi e significativi a livello personale ed internazionale. Non ci sono molti aggettivi per descrivere un campione del suo calibro, ma credo ce ne sia uno che si avvicina molto a quello che è realmente: immortale!

Filippo Inzaghi ha vinto tutto quello che c’era da vincere da calciatore. Nel Milan, la sua bacheca è di 2 scudetti, 1 coppa italia, 2 supercoppe italiane, 2 Champions League, 2 Supercoppe Europee, 1 Coppa del Mondo per Club. Segnò in totale ben 126 gol in 300 presenze.

Oggi, è l’allenatore degli Allievi Nazionali del Milan dove sta avendo grandi risultati, per un futuro che lo vedrà quasi certamente protagonista anche dalla panchina.

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“Non è Inzaghi innamorato del gol, è il gol innamorato di Inzaghi” – Emiliano Mondonico

Pietro L. Riillo